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Obiettivi di preparazione fisica nel tennis

Nella programmazione di un giocatore di tennis non professionista il tempo a disposizione è limitato e si predilige dare spazio agli obiettivi di gioco con esercitazioni specifiche e speciali integrando il lavoro fisico con quello tecnico-tattico dell’allenatore/maestro.

Le proposte di lavoro devono richiamare sicuramente il modello tattico e la cura degli aspetti tecnici allenando in particolare modo la lettura delle situazioni di gioco.

Ma sarebbe fondamentale dare al maestro alcune indicazioni sui tempi di lavoro e di recupero delle varie esercitazioni tecniche.
Le proposte tecniche devono essere adeguate alle capacità del giocatore anche con l’utilizzo di regole adatte a favorire lo sviluppo del gioco e a mantenere l’intensità richiesta.

Dal punto di vista fisico sono sicuramente importanti i giochi e le partite a formato ridotto per incrementare la partecipazione attiva e suscitare entusiasmo e divertimento.

Per un preparatore, oltre al supporto durante le esercitazioni con la palla, è importante la gestione di alcuni particolari momenti dell’allenamento: la fase di pre-abilitazione, la routine di attivazione generale e specifica comprensiva di stimoli coordinativi e/o di rapidità, e il defaticamento.

Nella fase di pre-abilitazione o preventiva, cioè quella che precede l’attivazione e l’allenamento, è necessario concentrarsi sulle limitazioni articolari, le asimmetrie, le ipotonie o le ipertonie muscolari impostando un lavoro individuale di riequilibrio. L’esecuzione di esercizi di mobilità attiva o passiva, release miofasciale, stretching dinamico o statico, esercizi di core training o di attivazione muscolare specifica (muscular firing, per i muscoli stabilizzatori del ginocchio e delle anche) hanno valenza preventiva se preparano l’atleta ad affrontare la fase iniziale della seduta e il successivo allenamento. 
L’obiettivo del preparatore fisico è proprio quello di inserirsi in queste routine e di dare qualità al lavoro individuale di ognuno.

 


LA PREVENZIONE

È impensabile credere di poter prevenire tutti gli infortuni e avere atleti che non si facciano mai male. Bisognerebbe parlare di riduzione del rischio degli infortuni, e la valutazione di tale rischio si può esprimere in due semplici equazioni:

– la predisposizione individuale + tipo di sport = atleta suscettibile;
– atleta suscettibile + evento traumatico = infortunio.

Ci sono dei fattori di rischio, che creano una predisposizione individuale, come l’età, lo stato 
di fitness, l’anatomia o la composizione corporea.
Un soggetto con determinate caratteristiche, quando esposto ad eventi esterni, quali i materiali e metodi utilizzati durante la performance, ha per effetto una determinata probabilità di farsi male.

Gli effetti di un infortunio sull’atleta sono diversi dalla sola riduzione del tempo in competizione.
Si devono considerare i danni economici per l’atleta (e il resto del team nel caso di un professionista), i fattori psicologici e il peggioramento della performance nel post infortunio. Per questa serie di motivi esistono la prevenzione primaria, la prevenzione secondaria e la prevenzione terziaria.

Si parla di prevenzione primaria (prevenire l’infortunio prima che accada) quando, identificate debolezze o dolori associati alla performance, si interviene con la stesura di programmi mirati utili a diminuire l’esposizione a eventi traumatici o aumentare la capacità di resistere a situazioni che possono portare all’infortunio.
Nel momento in cui un infortunio si presenta, si applica una prevenzione secondaria che serve a ridurre l’impatto dell’infortunio stesso. In altre parole, sono tutti quegli interventi che servono ad individuare, attraverso una diagnosi corretta, e a trattare nel più breve tempo possibile una lesione al fine di arrestarne o rallentarne i progressi.

La prevenzione secondaria passa anche attraverso l’implementazione dei programmi di lavoro fisico individuale per riportare l’atleta ad uno stato di salute, prevenendo problematiche a lungo termine.

Successivamente, si cerca di attenuare il rischio che il trauma possa ripresentarsi, con l’aiuto di un intervento mirato e duraturo (prevenzione terziaria) che possa scongiurare possibili ricadute future.

 

Andrea Fiorin 
Prep. Fisico Venezia FC 
Consulente Fitness 

Telefono       +39 348 0928205
E-mail            andrea.fiorin85@gmail.com
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